Molto simili a degli spaghetti ma con una sezione quadrata anziché rotonda.
Dotati di una consistenza porosa, richiedono rigorosa cottura al dente e si sposano bene con condimenti ricchi e sughi importanti.
Sono una delle paste più tipiche della cultura culinaria italiana, protagoniste di innumerevoli ricette preparate da Nord a Sud.
Le righe che caratterizzano questo formato riescono ad esaltare ogni tipo di condimento.
Prendono il nome dal ferro utilizzato per ricavarne la forma attorcigliata, che spesso è lo stesso utilizzato per lavorare la lana. Ottimi accompagnati da un sugo con funghi porcini, ma anche solo con un sugo alla napoletana.
Di origine pugliese, hanno una forma simile a quella di piccole orecchie, da cui deriva appunto il nome. Tipicamente preparate con le verdure o con il ragù.
È un formato della cucina campana tradizionale, nato ad Amalfi per mano dello chef Enrico Cosentino nel 1978. La sua versatilità permette di creare infinite ricette, ma si presta perfettamente a piatti marinari, con frutti di mare o crostacei.
Queste larghe tagliatelle impreziosite da una leggiadra smerlatura risalgono al novembre del 1902, quando furono create per onorare la nascita della principessina Mafalda di Savoia. Ottime con sugo di pesce alla marinara
È un formato molto versatile e adattabili sia a preparazioni a base di carne, sia di verdure, con besciamella, oppure con panna da cucina. Ideale anche per grandi piatti di frutti di mare.
I paccheri sono uno dei formati di pasta classici della tradizione napoletana e, nella loro forma ondulata, sono ancora più adatti a trattenere il sugo perfettamente.
Il formato, con la sua caratteristica forma a “solchi”, si presta molto bene a piatti a base di ceci o legumi in generale, ma è anche adatto per la preparazione di simpatiche mini lasagne.
Di origine campana, è un formato di pasta appartenente alla famiglia dei Paccheri e prende il nome appunto dai calamari ai quali, una volta tagliati ad anelli, assomiglia molto per forma e si abbina perfettamente.